La Grandezza Del Vostro Spirito
Rimaniamo Immobili
Cosa succede quando non permettiamo a noi stessi di cambiare?
Rimaniamo immobili.
Proprio così.
Quando poniamo resistenza a un cambiamento destinato ad accadere, che deve accadere, facciamo più danni di quanto si pensi.
Infrangiamo il corso naturale della vita.
L'unica costante è il cambiamento.
Sto Tornando A Casa
Meno di una settimana è passata dall'inizio di questo viaggio, ma in qualche modo sembra passato molto di più.
Sì, anche se questi giorni, tra un chilometro e un arancino, sembrano essere volati.
Mi sono spinta lontana da casa nel viaggio più lungo affrontato da sola fino ad ora.
E mentre tutti pensavano che mi sarei annoiata terribilmente io sto pensando a quante altre cose avrei voluto fare e per cui non ho trovato il tempo.
Il viaggio di ritorno è iniziato quando ho salutato vecchie conoscenze e nuovi amici e, salendo sul treno, ho salutato anche la Sicilia.
Entrando nel mio scompartimento c'è già un ragazzo di colore con un calcato ed evidentemente accento nordico.
Saluto educatamente mentre prendo posto e lui, forse troppo impegnato con il suo smartphone, non riesce neanche ad alzare lo sguardo.
Non ci ha messo molto a mancarmi il "mio" venditore di mozzarelle conosciuto durante il viaggio dell'andata.
Pazienza, non dobbiamo essere amici.
Ne approfitto per sbrigare altre faccende, fare sapere a casa che sono in viaggio e fermarmi un attimo a metabolizzare, cosa che a Milano sembra non esserci mai tempo di fare, mentre la musica che va nelle cuffiette del ragazzo è più forte dei miei pensieri stanchi.
Non passa molto tempo prima che due signori, dallo spiccato accento del Sud, prendano posto per occupare i due posti rimasti all'interno dello scompartimento.
Saluto educatamente mentre loro iniziano a spostare le valigie già presenti per fare posto alle loro nello stesso posto.
Vorrebbero sedersi entrambi sul mio "letto" mentre l'altro ragazzo occupava da solo il suo, ma alla fine capiscono che non sarebbe stata la cosa più sensata.
Il ragazzo poco velatamente suggerisce alla coppia di andare sulle proprie cuccette e loro sono stati più sorpresi per l'accento di questo rispetto alla sua richiesta insofferente.
Non passa troppo tempo, o forse è la mia scarsa cognizione temporale a parlare per me, prima che la signora si metta a preparare il giaciglio per lei e per il marito usando come appoggio per le sue scarpe il mio.
Nel frattempo il ragazzo di fronte/fianco a me grida al telefono con un amico riguardo a qualche schedina di calcio intervallando queste telefonate a qualche rutto ben piazzato, probabile complimento alla cucina siciliana.
Non curante di ciò che accadeva intorno a lui, l'uomo sulla cuccetta sopra di questo dormiva beatamente, beh, almeno finché qualche strano pensiero probabilmente giunto in sogno non l'ha fatto destare con una strana smorfia e tra curiosi versi è sceso velocemente dalla cuccetta correndo fuori dallo scompartimento.
Seduta vicino al finestrino, intanto io mi perdo nella notte con lo sguardo e con la testa.
Mentre tutto intorno a me tace mi sento nel mio ambiente.
Adoro la notte e ciò che questa mi regala.
Dopo un po' anche io mi abbandono tra le braccia di Morfeo che mi accoglie senza neanche farmene rendere conto e quando riapro gli occhi è già mattina.
Sopra di me due piedi dondolano. Li riconosco subito come quelli della signora che qualche ora prima si era arrampicata con sulla mia cuccetta.
Il ragazzo dorme e il marito sta di guardia davanti alla porta finché non realizza che mi sono svegliata anche io.
Trafficando tra le loro cose, la coppia mi offre del caffè (da bravi ultra cinquantenni) che stavano bevendo.
In mezzo a quella confusione, a quella di alcuni bambini iperattivi, di una madre Svizzera che racconta del fatto che là su si è in vacanza e del signore di Trenitalia che passa a consegnare la colazione e di quello che viene a ritirare le coperte, il ragazzo decide di svegliarsi e di fare riprendere per lui e per tutti noi intorno a lui la playlist di musica italiana cominciata ieri.
Intanto il treno sta correndo veloce, questa volta non sembrano esserci ritardi e presto sarò a Milano.
Insieme al mio zaino porterò con me persone, luoghi, chilometri macinati, nuove scoperte culinarie e, forse, una rinnovata me.
Adoro viaggiare, scoprire e scoprirmi.
E oggi sto iniziando un nuovo viaggio: sto tornando a casa.
Vite Che Sfrecciano Come Treni
Sono in viaggio. Un lungo viaggio che sta accumulando ritardo su ritardo. Siamo arrivati a due ore. Forse è normale, forse era da aspettarselo, ma va beh. Ora mi importa soltanto di arrivare. Prima o poi. Manca ancora qualche ora prima che la mia fermata arrivi.
Il tutto è iniziato con un'ora di ritardo nello scompartimento con un venditore di mozzarelle di bufala sulla 50ina pendolare ogni settimana Milano-Agropoli dove ha le sue bufale e la sua famiglia. È arrivato salutando educatamente e, dopo avermi lasciata mangiare tranquilla, ha iniziato una piacevole chiacchierata rivolgendosi a me sempre dandomi del "voi" mentre mi raccontava dei suoi figli poco più giovani di me e della moglie lungimirante che gli aveva infilato in valigia un maglione in più per il freddo del Nord.
Ad un certo punto entra un altro uomo, non lontano né per età né per origini al mio compagno di viaggio. Quest'uomo, anch'esso venditore di mozzarelle pendolare, aveva conosciuto un paio di anni fa l'altro durante uno dei loro viaggi e da allora in ogni viaggio si perdevano in piacevoli chiacchierate in dialetto stretto.
Non volendomi escludere dalla conversazione, il secondo uomo presentatosi come Agostino, più aperto rispetto al primo, si mette a indagare sul mio viaggio, sulle mie origini e sulla limonata salata da prendere in piazza Cavour una volta arrivata a Messina.
Arrivata l'ora di dormire, Agostino si congeda e poco dopo ci si mette a dormire in uno scompartimento dove, lo ammetto, non si è sentita volare una mosca. Beh, almeno finché non sono arrivati un paio di ragazzi, un maschio e una femmina. Sono saliti verso l'1:30 di notte, quando io ero ancora sveglia, e, dopo qualche scambio di parole in inglese, anche loro hanno preso posto nelle loro cuccette.
Al mattino presto il venditore di mozzarelle è arrivato alla sua fermata. Sono contenta di essere riuscita a salutarlo. Prima di andare, questo, mi ha anche regalato il suo succo di frutta che hanno dato per colazione.
A un certo punto, non lo sapevo, ma un addetto passava a ritirare le coperte. Io, addormentatami tardi e volendo recuperare al mattino l'ho vista come una tragedia e, sarà la faccia stravolta, l'addetto si è convinto a lasciarmi dormire in pace.
Intanto il treno continua ad andare e mi inoltro sempre di più lontana da casa.
Al mio risveglio ho consegnato io stessa le coperte a un addetto piacevolmente colpito. "Sei stata di parola" mi ha detto, nonostante non gli avessi detto niente, ma probabilmente la mia faccia stravolta aveva parlato per me. E dopo avete indagato anche lui sul mio viaggio, torno nel mio scompartimento dove i due ragazzi dalla parlata inglese mi allungano un sacchetto con dentro la colazione che erano passati a consegnare mentre io ero ancora tra le braccia di Morfeo.
Ancora una volta c'è un confronto sui rispettivi viaggi. Sono americani e sono a Firenze per seguire qualche lezione di vari corsi universitari per scoprire qualcosa dell'Italia. Il ragazzo va matto per gli gnocchi al sugo. Mi sorprendo di quanto sia stato facile capirsi e chiacchierare.
Ora, dopo avere messo qualcosa sotto i denti, sono ancora qui, in viaggio, attendendo la mia fermata, ma godendomi il viaggio e ciò che questo in qualche modo ha da offrirmi.
Pensieri In Treno
Salgo su un treno che mi porterà lontano.
Lontano da casa e da tutte le comodità a cui sono abituata.
Non ho mai viaggiato così lontana da sola e non ho mai affrontato un viaggio di una durata tale.
E ora sono qui, nella mia cuccetta.
Tutti intorno a me dormono mentre io guardo fuori dal finestrino.
Fuori è buio pesto, praticamente tutto nero.
Soltanto qualche luce, di tanto in tanto, fa capolino tra la natura che nell'oscurità probabilmente ci circonda.
Qualche lampione di qualche cittadina di passaggio ci ricorda le nostre origini e, in qualche modo, la nostra meta.
Non è difficile dimenticarsi di non essere soli.
Intanto all'orizzonte dei lampi rischiarano per una frazione di secondo l'orizzonte comunque troppo nero per svelare ciò che cela.
E intanto il treno corre, veloce, verso la sua meta.
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