RSS

Eleganza Saltami Addosso

No, non sono fake, è tutto vero!
Queste sono le vere prime pagine di due giornali.
Ok essere contenti per la vittoria dell'Italia contro la Germania.
Ok essere eccitati per essere andati in finale, ma...
I commenti li lascio a voi!

Ne Vale Davvero La Pena?

Ho trovato questo racconto su un giornale online, secondo me merita di essere letto. 
Pensateci ragazze, secondo voi ne vale davvero la pena di farsi tutti questi problemi che portano solo e soltanto all'autodistruzione?

La mia cuginetta per il suo tredicesimo compleanno ci teneva tanto ad avere una maglietta di Abercrombie che ormai è un must tra tutte le sue amiche e così mi sono armata di buona volontà e sono andata a prendergliela.E di buona volontà ce ne vuole davvero tanta perché, appena varcata la soglia ti ritrovi al buio, stordita dal profumo, dalla musica e dai flash per la foto di rito con il modello a petto nudo e lucido. Mi addentro e finalmente nella penombra scorgo Maria (perché tutti i capi hanno un nome) , non mi resta che cercare la taglia. Ecco una L , quasi per sfizio provo a aprirla pensando che sarebbe stata enorme… mi rendo conto che sarebbe potuta andare a me.
Non è possibile che io abbia la taglia più grande. Sono alta 1.70 e peso 54 kg.
Ok non ho una taglia 38 ma non posso fungere da limite massimo di vestibilità. Attacco d’ansia. Il pensiero corre alla mia cuginetta: come faccio a dirle che non c’è la sua taglia, che non potrà avere la stessa maglietta che hanno le sue amiche?
Penserà di essere sbagliata, di essere fatta male o grassa, penserà la cosa peggiore da pensare a tredici anni. L’ansia è già panico, penso ai miei di tredici anni, i miei giri per negozi senza mai trovare la taglia, il disagio, la vergogna. Rivedo le mie compagne così esili e sempre alla moda, sento il caldo delle lacrime con mia mamma perché volevo essere come tante: ecco come sono diventata anoressica.
Ora la storia si ripete: ho 21 anni e non è cambiato nulla. Questi negozi pongono una selezione all’ingresso e una elite ristretta può avere l’onore di acquistare qualche capo mentre una massa molto più numerosa deve cambiare indirizzo. Impone un modello che non è irraggiungibile ma che è appannaggio di poche e questo è forse ancora peggio perché a quel punto ci si chiede
perché io no.
Perché la mia compagna di banco o la mia vicina di casa (non la super top model) sono libere di acquistare ciò che loro piace e io no. Con il cuore un poco ancorato ai miei tredici anni provo ancora tanta sofferenza e davvero non capisco come possano essere accettate queste scelte di mercato.
Da 7 anni sono in guerra contro l’anoressia e ora so che sentirsi accettata non dipende dalla scritta sulla tshirt e sono molto arrabbiata. Non posso finanziare una dinamica così malata , una fonte di discriminazione, una macchina dell’anoressia. Forse mi sbagliavo, forse è cambiato qualcosa rispetto ai miei tredici anni: ora ho la forza di scrivere e gridare tutta la mia rabbia senza riversarla contro il mio corpo.

Schiava Del Mio Corpo

Accendo la televisione.
Apro una rivista.
Guardo i cartelloni pubblicitari.
Donne alte, magre, perfette si parano davanti a me.
Mi fissano dall'alto con aria di sufficienza.
Con gli occhi sembrano dire:
"Dove vuoi andare conciata così?"
Mi fanno sentire così sbagliata, inadatta.
Scappo da quelle immagini e mi metto a pensare.
Non sono magra come una modella.
Probabilmente neanche così alta.
La mia pelle non è perfetta e abbronzata.
Viene da chiedersi: cosa sono io?
No, non sono un'oggetto.
Non sono un manichino.
E non voglio neanche esserlo.
La domanda diventa: chi sono io?
Sono una ragazza.
Con i suoi pregi e i suoi difetti.
La mia taglia non si avvicina minimamente a quella di una modella.
Ma davvero questa dovrebbe essere una caratteristica che fa di me una donna?
Seriamente, di che cosa volete vantarvi, ragazze?
Di poter entrare in vestitini strizzatissimi che andrebbero a una bambina di 7 anni?
Vantatevi delle vostre curve!
Le curve sono essere donna!
Ma poi, è il corpo ciò che fa di voi una persona?
Non sono ipocrita, so che conta.
Ma cosa conta di più?
La risposta è scontata, lo so, ma è proprio così:
ciò che c'è dentro di voi è ciò che conta davvero!
Non sto parlando della cena di ieri!
Parlo delle cose di cui dovete davvero vantarvi!
Le vostre qualità! Il vostro carattere!
Anche ciò che vi può sembrare un difetto, molti lo vedrebbero come un pregio!
Siete testarde? Chi non apprezza una persona determinata!
Timida? Una persona dolce che non si monta la testa!
Ora andate allo specchio, sorridete e guardate bene.
Osservate ciò che c'è davvero davanti a voi.
Una persona, perfetta così com'è!
Aprite gli occhi!
Guardatevi intorno!
Nel mondo, in quello reale!
Quante ragazze sono quelle dei cartelloni?
Neanche loro stesse lo sono!
Le nueve tecnologie sono pericolose.
Creano qualcosa che non esiste.
Nessuna ragazza è così perfetta.
Tu sei perfetta, ma così come sei!
Sei tu che hai la tua vita in pugno!
Non essere schiava del tuo corpo!

L'Amore È.

L'amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l'altro le dia a te.(Gianluca, 6 anni)

Quando nonna aveva l'artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l'artrite pure lui. Questo è l'amore. (Rebecca, 8 anni)

L'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

L'amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

L'amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

L'amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)
L'amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)


L'amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

L'amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)

Single Dal 1938

Non riesco neanche a immaginarlo io, che di immaginazione ne ho sempre avuta tanta, fin troppa, ma può essere capitato che le nostre nonne si siano prese una sbandata per il bello del paese e magari, non sapendo come comportarsi durante un appuntamento con lui, si sono affidate ai consigli di qualche rivista frivola un po' come fanno ancora oggi le ragazzine con quei giornalini all'apparenza tutti ugali (almeno per me che non ho mai approfondito l'argomento) che vendono nelle edicole.

Pochi consigli mirati per il perfetto appuntamento pubblicati nel lontano 1938.
Gli ho trovati per caso qualche tempo fa su un blog.
Non so chi scrisse ai tempi queste dritte, ma lascio i commenti a voi!

Fatevi trovare pronte per l'appuntamento
Non osate mai fare aspettare il vostro uomo più 5 minuti, pena la lapidazione. Piuttosto cercate istericamente di sistemare il collant mentre lui è girato ma sempre con un sorriso smagliante, ovvio.

Non bere troppo
Se vi porta a cena fuori che non vi venga in mente di minare la vostra dignità femminile bevendo una birra. Il vostro partner potrà anche sbronzarsi ma voi dovrete limitarvi a sorbire acqua minerale sbattendo le ciglia fluttuanti (che lui, ubriaco, non noterà).

Non dare troppa attenzione al capo cameriere
Non siate mai, ma proprio mai, gentili con il capocameriere. Il vostro uomo si sentirebbe minacciato, abbandonato e voi, che pur volevate solamente chiedere come fosse la cernia arrosto sarete additate come "facili" per il resto della vita.

Non fargli effusioni in pubblico
Siete di umore particolarmente affettuoso e vi viene voglia di fare una carezza al vostro amato bene? Giammai! lo umiliereste in pubblico e perderebbe lo status da "wilma, dammi la clava". Siate silenziosamente seducenti (in poche parole, frigide).

Non parlare di vestiti
Non storditelo con aneddoti sul vostro ultimo acquisto ne con il resoconto dettagliato della composizione misto lana del vostro maglioncino. Rischiereste di non vedere nemmeno la polvere della sua auto che sfreccia via.

Non parlate mentre ballate
Cucitevi la bocca mentre ballate. Non vorrete mica sembrare delle oche giulive? L'uomo quando balla vuole solo ballare, guai a disturbarlo, nemmeno se siete sul punto di vomitare. Siate donne di classe e tacete.

Non ritoccarti il makeup in pubblico
Forse negli anni '30 gli uomini credevano che le donne fossero naturalmente rosate, le loro labbra naturalmente vermiglie e le ciglia naturalmente lunghe. Fatto sta che ritoccarsi il trucco davanti a loro è una pena punibile con l'esecuzione. Chiudetevi al bagno per questi loschi traffici.

Non sedetevi in una posizione scomoda
Assumete una posizione corretta come nel miglior libro di galateo, congelatevi le pupille (guai ad assumere uno sguardo annoiato, nemmeno se lui vi sta parlando dell'ultimo sigaro comprato) e se avete una gomma in bocca masticare impercettibilmente. In altre parole, mummificatevi.

Non siate confidenziali con gli altri uomini
Ammettiamo che la foto è fuorviante (quante di voi ad una cena galante si mettono a grattare la testa del vicino?) ma il succo è: non siate troppo gentili con chiunque non sia il vostro partner che potrebbe aversene a male. Nemmeno troppo sbagliato in effetti.

Non siate troppo sentimentali
Non importa se vi sta raccontando che l'amata nonna che l'ha cresciuto sta morendo o che il suo cane si è immolato per salvarlo. Guai se osate mostrare un'emozione, gli "uomini veri" non amano le manifestazioni pubbliche di sensibilità. Siate sempre composte e rigorose.

Non usare lo specchietto della macchina
Vagamente ragionevole: care donne, lo specchietto retrovisore è appannaggio del guidatore quindi al rossetto pensate in un secondo momento.

Siate sempre impeccabili
I capelli devono essere all'insù, la gonna senza pieghe e le calze ben tirate sul ginocchio. Non vorrete mica che il vostro uomo entrando in casa non vi trovi sull'attenti ad aspettarlo come una bella statuina?

Tutti I Giorni La Stessa Storia

Tutti i  giorni la stessa storia.
La sveglia suona invana.
Anche quando attira la mia attenzione.
La spengo e mi rigiro.
Prima o poi mi alzo.
In perenne ritardo indosso ciò che trovo.
Fetta biscottata in bocca esco di casa.

Correre dietro all'autobus è ormai il mio sport.
Aspettare i mezzi mi da sui nervi.
Piuttosto vado a piedi.
Sul bus, con fare da equilibrista, mi reggo in piedi tra un uomo che freneticamente cerca un buco nella sua agenda e una vecchietta con il carrellino per il mercato che cerca di attaccare bottone con chiunque faccia l'errore di guardarla e rispondere al suo sorriso.
Con le cuffie nelle orecchie cerco di isolarmi dal mondo.
A volte mi sembra di essere in un film.
Immagino mille scenari differenti.
Ficco il naso in un libro che mi porto dietro per ingannare il tempo.
Odio stare a far nulla.

Assorta nel mio mondo, quasi perdo la mia fermata.
Cammino velocemente anche quando non ne ho motivo.
Meglio fare prima che perdere tempo rallentando.
Arrivo a destinazione, solitamente "giusto in tempo".
Non mi piace aspettare.
Probabilmente è per quello che arrivo sempre dopo.

Faccio quello che devo fare.
Ogni giorno le stesse cose.
Ogni piccolo cambiamento o imprevisto cerco di godermelo come quando si cerca di godere di un filo di vento in quelle sere d'estate.

Forse sono strana io.
La tranquillità non mi piace.
Forse è per quello che mi caccio sempre nei guai.
Che siano loro a trovare me o io a cercare loro.
Mi piacciono le persone strane, particolari.
Anche quelle portano problemi.
Sto realizzando che sono masochista.
Non me ne ero resa conto prima.
Ora si spiega la mia insistenza nel frequentare persone che mi feriscono.
Sto divagando troppo, seguendo i miei pensieri.
Malati.

Ma i cambiamenti non arrivano mai.
Almeno non quando li vuoi.
Così ci accontentiamo di quello che viene.
Sempre le stesse cose.
Ormai ci ho fatto l'abitudine.
Tornando a casa me la prendo più con comodo.
Non c'è nessuno che mi corre dietro.
Almeno di solito è così.
Mi rendo conto di quanto è orribile avere fretta.
Mi prendo un momento per me.
Semplicemente: passeggio.

Non mi importa se passa l'autobus.
Non mi importa se mi fanno male i piedi.
È quel momento in cui voglio stare solo con me stessa.
Nessuno può togliermelo.
Non lo permetterei.
A volte penso.
A volte la mia mente è vuota.
Mi guardo intorno.
Il mondo è così strano.

Osservo tante persone, ognuna con la propria vita, i propri pensieri, le proprie preoccupazioni...
Cosa frulla nella testa del ragazzo che passa in moto?
E nella testa della donna che sta tornando dal supermercato?
Magari è soddisfatta degli acquisti o forse pensa a tutt'altro...
Ai figli, alle bollette da pagare, al marito che sente distante...
Forse abita da sola, ma non avrebbe comprato tutti quei biscotti.
Da quello che dicono, le donne cercano di contenersi col cibo.
Acquistare tutto ciò che vedevo sporgere dalla sua borsa non avrebbe aiutato.
Io non mi sono mai posta questi problemi.
Forse dovrei, ma non sembra essere nella mia natura.

Prima che me ne accorga sono arrivata davanti al portone di casa.
Troppo presto per i miei gusti.
Avrei bisogno di camminare un altro po', ma è tardi.
Probabilmente mi staranno già aspettando per cenare.
Apro il portone con le ciavi.
Evito di annunciarmi citofonando.
A meno che non ce ne sia motivo.

Salgo per le scale.
Da qualche tempo a questa parte ci ho preso gusto.
Prima era una scelta obbligata.
L'ascensore rotto costringeva tutti a farlo.
Anche se ora l'hanno aggiustato non lo sento più indispensabile.
Almeno quando non ho borse da portare su.
Abitando al penultimo piano sarebbe una sfida troppo grossa per la mia pigrizia repressa.
Arrivata all'ultimo scalino non mi sembra di sentire la fatica, ma ansimo un po'.
Scavalco il cane della vicina che è sempre deciso a non farmi passare.

Entro a casa.
Di solito la cena è quasi pronta.
Altrimenti è perchè devo andare a fare la spesa.
Il tempo di lavarmi le mani e sono seduta a tavola.
La cena è il momento preferito da mia madre.
Essere tutti lì nello stesso momento.
Intorno a un tavolo a parlare della propria giornata.
Non mi piace raccontare di ciò che ho appena vissuto.
Mi piace tenere le cose per me, almeno all'inizio.
Metabolizzo e sono pronta a conversare.

Sono una chiacchierona.
Così dicono.
Vado a periodi.
Questo è un periodo in cui potrei non proferire parola per giorni se non per qualche emergenza.
Ma comunicare è indispensabile.
Parlo.
Forse è la parte asociale che c'è in me che cerca di addomesticarsi.

Finito di mangiare ognuno torna a fare le proprie cose.
A volte ci ritroviamo insieme sul divano per un film.
Ultimamente non succede più.
Un po' mi manca.
Io torno al mio libro della mattina.
Oppure  trovo qualcosa di decente in tv.
Non lo trovo quasi mai.
Spesso mi metto a scrivere.
Di solito  l'ispirazione mi viene sempre nei momenti meno addatti.
Quasi sempre quando non ho possibililtà di sfogare la mia voglia.
Ultimamente sempre dopo essermi infilata sotto le coperte.

La serata è lunga quando ti annoi.
Troppo corta quando hai bisogno di tempo.
Questa è una di quelle lunghe, probabilmente.
Non mi accorgo del tempo che passa.
Il sonno non arriva.
Anche quando le ore passano.
Ora dopo ora si fa notte.
Poi notte fonda.
Pure se mi dovessi svegliare presto l'indomani.
È qualcosa più forte di me.
In ritardo anche per dormire.
Quando mi decido è sempre troppo tardi.
Quelle poche volte che sono andata a letto presto il giorno dopo mi sono svegliata con due occhiaie, mal di testa e più sonno di prima.
L'ho detto che sono strana.
È quando sono sdraiata a letto e voglio dormire che tutti i pensieri e i problemi del mondo mi affiorano alla mente.
Più voglio dormire meno dormo.
Obbligarmi non porta a niente.
Tanto vale che seguo i miei pensieri.
Magari portano a qualcosa i interessante.

Incredibile la "coerenza" con la quale spazio da un argomento all'altro grazie al più stupido e insignificante filo conduttore.
Mi sento intontita, confusa.
Ormai i miei pensieri non hanno più senso.
Gli occhi li tenevo aperti a fissare il soffitto neutro, bianco, insignificante attaccato al quale c'era un lampadario che fino a pochi secondi prima trovavo interessante.
Ora si chiudono da soli.
È inutile combattere.
Sarà la volta buona che mi addormento.
Se ho la forza di pensarci non lo è.
E tra questi dubbi i miai pensieri si spengono.
Cado tra le braccia di Morfeo che è intenzionato a cullarmi fino a quando l'odiosa sveglia con il suo gracchiare da corvaccio mi strapperà da lui.

Lascia Che Le Emozioni Solchino Il Tuo Viso

Lascia che le lacrime solchino il tuo viso.
Abbandonati a quel rivolo umido e salato.
Ciò che sgorga dai tuoi occhi non è pura acqua.
Dentro a ogni stilla ci sono tutte le tue emozioni.
L'emozione, così come inizia, finisce.
Cogli l'occasione per mostrarti per ciò che sei.
Anche quando mancano le parole.
Soprattutto quando mancano le parole.
Non c'è niente di più eloquente di una lacrima.
Non nascondere le tue emozioni, non vergognarti.
Non c'è niente di più liberatorio di un pianto.
I dispiaceri, la felicità, le persone, gli amori.
Una miscela di emozioni pronta ad esplodere.
Una volta che esplode è un nuovo inizio.
Libero dal passato, pronto per il presente.
Lascia che le emozioni solchino il tuo viso.

La Bellezza Dentro Di Me

Non c'è niente di più soggettivo della bellezza.O almeno secondo me. Me ne accorgo ogni giorno.

Mi guardo intorno e vedo quanta bellezza non viene apprezzata davvero per quello che è.

Un fiore che trova la forza di resistere a tutto sul ciglio di una strada asfaltata di città.
Probabilmente un giorno di questi passerò di lì e di quel fiore non troverò più neanche l'ombra.
Magari un bambino curioso vorrà portarsi a casa quella piccola grande forza della natura ignara, strappandola dal suo giaciglio.

Mi guardo intorno e noto quante persone non sono apprezzate davvero per quello che sono.


Persone che vengono lentamente, spesso senza che neanche se ne accorgano, schiacciate e svalutate da altre che stupidamente si credono migliori, più forti, in grado di classificavi.

Il problema è che, queste persone "schiacciate", loro stesse per prime non si apprezzano come dovrebbero, si svalutano inconciamente e stoltamente. Sono ignare della loro forza.
Non trovano la forza di gridare al mondo: "Sono qua! Guardami! Sono così e non me ne vergogno!".

Sai cosa ti dico? Alza la testa! Segui le tue passioni! Non badare a cosa dice la gente!
Sei in grado di fare ciò che vuoi! Nessuno è in grado di fermarti se vuoi veramente qualcosa!

Pensa solo a quanto sei unica, speciale e sprigiona tutta la forza che hai tenuta nascosta fino ad oggi. Questo è il momento. Qui e ora. Non farti frenare dalla timidezza o dall'eccessiva insicurezza!

Non cercare la tua sicurezza nel trucco, nei vestiti firmati o nell'eccessiva magrezza.
Cercala lì dov'è davvero, non dove ti vogliono far credere. Cercala dentro di te.

La Ragazza Che Scriveva Troppo

Buongiorno a tutti e benvenuti,

questo caldo mercoledì di giugno sembra dire a tutti di prendere e uscire non importa per dove, ti invita personalmente a godere di ogni minuto di questo splendido sole, ma io ora sono troppo stanca per farlo e preferisco iniziare finalmente a scrivere qui, su questo blog.

Volevo aprire da secoli un blog dove esprimere quella che sono, senza filtri, senza paure, senza essere giudicata da chi conosco (dato che delle critiche non costruttive degli sconosciuti non so che cosa farmene).
Oggi finalmente ne ho trovato il tempo e non intendo perdere l'occasione.

Più che un blog sarà un po' il mio quaderno dei pensieri.
Un quaderno dove appunterò i miei pensieri, dove scriverò quando sarò ispirata o semplicemente quando sentirò il bisogno di farlo, di buttare fuori dalla mia mente quello che ho dentro.

Adesso mettermi a descrivere chi sono io mi sembra superfluo e macchinoso.
Quella che sono io verrà naturalmente fuori man mano che scrivo.
Non potrò nascondermi quando i miei pensieri fluiranno in parole.

Tutto quello che basta sapere per ora che sono una ragazza.
Una ragazza, semplice. Potrei essere la ragazza seduta vicino a voi sull'autobus o semplicemente la ragazza che vi è passata accanto mentre stavate camminando frettolosamente verso casa.

Mi piace scrivere, mi è sempre piaciuto. Lo faccio da sempre.
Una volta che inizio è difficile per me smettere e mettere un punto.
Per quanto io spesso provi a contenermi, la maggior parte delle volte non riesco a fermarmi e metto giù, una dietro l'altra, parole, pensieri che insieme formano lunghissimi testi.

Alla fine una breve descrizione di me l'avrete appresa già, no?
Beh, se non sono stata chiara sono semplicemente:

La Ragazza Che Scriveva Troppo.

____________________ Pensieri più letti della settimana ____________________

_____ Da che parte del mondo arrivano coloro che partecipano a questi pensieri? _____

free counters