I miei ricordi incominciano a farsi un po’ più nitidi con la scuola materna. Non ricordo esattamente cosa stesse accadendo in quel periodo all’infuori dalle mura del mio asilo, ma ricordo benissimo cosa accadeva all’interno.
Da adulti si guardano i bambini e si vede in loro un’aurea di santità e purezza.
Non so se sono stata io una bimba anomala o se sono gli altri che non riescono più a ricordare che cosa succedeva ai loro tempi.
Avevo il mio gruppetto di amichetti con cui adoravo giocare con la sabbia e correre in giardino.
Avevo una migliore amica che da lì in avanti non ho mai più sentito e anche una specie di primo fidanzatino con cui poi ho fatto anche tutte le elementari.
Non mi ricordo come è iniziata, ma i fatti sono che in classe c’era una casetta in cui giocare e lì, a parte il probabile primo bacino a stampo dato da quel bimbo, per la prima volta ho mostrato il seno a una persona dell’altro sesso che non fosse della mia famiglia o un medico.
Per la prima volta ho mostrato una parte intima di me in modo malizioso.
Mi ricordo ancora come quel bambino aveva avvicinato le sue labbra, la sua bocca al mio seno.
E succhiava.
Mordeva.
Il risultato fu una crosta sul petto che mi sono portata avanti per settimane.
Mi aveva “coccolata” per chiedermi scusa di quella ferita.
Ho cercato di nasconderla a tutti, ma avendo al massimo cinque anni, il mio corpo piatto e nudo era stato ben presto visto da mia madre mentre facevo il bagno.
Alla sua richiesta di spiegazioni avevo abbozzato una confusa e imbarazzata spiegazione su come mi ero grattata troppo forte.
Non ho mai saputo che cosa abbia capito di quella storia mia madre e credo sarei morta dall’imbarazzo seduta stante se qualcuno avesse ipotizzato qualcosa che anche solo lontanamente si avvicinasse alla verità.
Puntavo sul fatto che gli adulti vedono nei bambini delle creature pure e immacolate.
Non riesco a darmi una spiegazione di cosa successe esattamente quel giorno tra me e quel bambino e del perché facemmo quella cosa.
Comunque da quel momento in avanti è stato il mio “primo fidanzatino”, o forse lo era stato anche prima.
Le nostre madri si conoscevano ed eravamo riconosciuti come “coppietta” da loro.
Troppo spesso la mia faceva battutine che mi hanno probabilmente traumatizza e creato perenne imbarazzo nel parlare di “cose di coppia”.
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