Un bel po'.
Più di quanto sembri.
Ho così tanti scritti in bozze che, in qualche modo, potrei continuare a pubblicare per un po' vivendo, se così si può dire, di rendita.
Ma una parte di me fa resistenza anche in questo.
Non capisco cosa sia, non capisco il perché.
Fatto sta che prima stavo così male e nella scrittura trovavo il mio unico modo di sfogarmi, di tirare fuori ciò che avevo dentro, di fare ordine nella mia testa e nel mio cuore.
Non riuscivo ad aprirmi e a parlare con qualcuno di senziente e trovavo nella carta e nella penna il mio più valido alleato.
Una parte di me, lo ammetto, ha paura di non esserne più capace.
Una parte di me teme, anzi, ha fottutamente paura di non riuscire più a scrivere.
Non so, anzi, non sento più quel flusso di pensieri a volte concreto, ma sempre filosofeggiante, che con parole che fluivano, che sgorgavano dal cuore per sentirsi meglio e che, in un modo o in un altro, magari avrebbero portato qualcosa anche nella vita di chi avrebbe letto, se qualcuno avrebbe mai letto,
Confesso che sono partita a scrivere e ho continuato a scrivere sempre e solo per me.
Non so se sia egoista, non so se sia sciocco, ma ogni volta che mi sono messa a scrivere l'ho fatto per me, perché me lo sentivo, perché sentivo che mi avrebbe fatto stare meglio.
Non so neanche se qualcuno davvero si metta a leggere ciò che scrivo.
La maggior parte delle volte, se non quasi sempre, quando scrivevo erano parole piene zeppe di emozioni, di sentimenti che non riuscivo a tirare fuori in altro modo.
Ero sempre così piena di rabbia, di tristezza, ma a volte anche di speranza.
Non so se non scrivo più perché non sento più quelle sensazioni, quelle emozioni forti che provavo, diciamo, quando ero più "giovane".
Anche se non ha molto senso: vi confesso che ho sofferto molto e ho anche gioito molto in questi anni.
Perché sì, si parla di anni, mi pare, anni in cui non scrivo niente di nuovo.
Dov'è finita "La Ragazza Che Scriveva Troppo".
Sto andando avanti a studiare, sto lavorando, mi tengo impegnata con molte attività (dopo anni mi sono finalmente iscritta in piscina, nonostante quasi metà corso sia saltato da inizio quarantena).
E se ci riprovassi?
Nessuna promessa, né con me né con nessun altro, ma se riprovassi a mettere giù qualche parola? Qualche pensiero?
Ultimamente ho puntato forse più sulle persone, sulle chat anche, mezzo di cui non vado matta e i cui messaggi, più che altro, trasformo in missive.
Forse non sono state del tutto sprecate quelle parole, ma sarebbe bello anche conservarle e condividerle qui in modo che, motivo per cui questo spazio è nato, io abbia sempre uno specchio in cui affacciarmi, conoscermi e riconoscermi, capire e capirmi oltre che evolvermi, possa anche un domani ritrovarmi e sapere dove farlo.
Perdiamo tanto tempo nella nostra vita, se c'è qualcosa su cui puntare, quello siamo noi stessi.
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