Io mi dichiaro colpevole di essere donna; di voler essere giudicata per come penso e per quel penso, non per la taglia del mio reggiseno.
Io mi dichiaro colpevole di essere convinta di poter dimostrare qualcosa con il mio cervello, e non aprendo le gambe.
Io mi dichiaro colpevole di voler uscire la sera, senza dover pensare a chi mi riaccompagnerà a casa per non fare la strada da sola.
Io mi dichiaro colpevole di voler uscire con una gonna corta, senza dare il permesso a nessuno di togliermela.
Io mi dichiaro colpevole di essere convinta di poter lavorare senza, per questo, inficiare il mio eventuale ruolo di madre.
Io mi dichiaro colpevole di poter cucinare, lavare, stirare e pulire perché ne ho voglia, non perché moglie, non perché madre.
Io mi dichiaro colpevole di poter essere lasciata e di lasciare il mio ragazzo, senza per questo ricorrere alla violenza.
Io mi dichiaro colpevole di tutto questo.
Se la pena prevista per queste colpe è l'essere tacciata di essere poco di buono, arrivista, femminista ed idiota, allora griderò con forza di essere una poco di buono, arrivista, femminista ed idiota perché un'idea, degli insulti, non sa che farsene se non riderci sopra.
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